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    Home » Simone Concorsi » Concorso Ministero Giustizia 2020: bando per 109 autisti
    Concorsi Pubblici

    Concorso Ministero Giustizia 2020: bando per 109 autisti

    Alessio Caiaffa15 Gennaio 2020Updated:25 Giugno 20247 Mins Read

    Concorso Ministero Giustizia 2020: bando per 109 autisti. Se ne parlava già da un po’ ed è finalmente arrivato il nuovo bando di concorso del Ministero della Giustizia 2020 per 109 autisti. Si tratta, nello specifico, di un concorso per l’assunzione di centonove conducenti di automezzi, area II, a tempo pieno ed indeterminato, per la copertura di posti vacanti in uffici giudiziari aventi sede nelle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Lombardia, Liguria,Puglia, Sicilia e Toscana. La selezione, aperta anche a chi ha la terza media, verrà effettuata tramite i Centri per l’impiego che abbiamo già visto di recente nel concorso da Concorso operatori giudiziari 2019: il punto della situazione.

     

    Concorso autisti 2020: i posti liberi

    Contenuto
    1 Concorso autisti 2020: i posti liberi
    2 Concorso autisti Ministero Giustizia: requisiti
    3 Concorso autisti Ministero Giustizia: come si svolge la selezione
    4 Ti serve un ripasso sulla circolazione stradale?
    5 513/2 – Nuovo Codice della Strada e Regolamento Minor
    6 Concorso autisti 2020: bisogna presentare una domanda?
    7 Le prove
    8 Come vengono formate le graduatorie?
    9 Chi ha maggiori probabilità di essere scelto?

    I posti liberi sono presenti nelle Regioni indicate secondo questo schema (Tabella A del bando):

    Amministrazioni centrali Roma 19 posti; Bari 5 posti; Caltanissetta 5 posti; Catania 6 posti; Catanzaro 4 posti; Firenze 3 posti; Genova 9 posti; Lecce 2 posti; Messina 2 posti; Milano 2 posti; Napoli 10 posti; Palermo 14 posti; Potenza 3 posti; Reggio Calabria 4 posti; Roma 18 posti; Salerno 3 posti.

    Concorso autisti Ministero Giustizia: requisiti

    Per partecipare alle nuove selezioni del Ministero Giustizia 2020 tramite Centri per l’impiego si richiede:

    • età non inferiore ai 18 anni;
    • possesso della titolo di studio, ossia del diploma di istruzione secondaria di primo grado (terza media)
    • possesso di patente di guida di categoria D, valida da almeno tre anni e con un punteggio residuo pari ad almeno 18 punti;
    • idoneità fisica allo svolgimento delle funzioni a cui la procedura si riferisce (da intendersi per i soggetti con disabilità come idoneità allo svolgimento delle mansioni di cui al vigente ordinamento professionale).

    Inoltre, per gli iscritti di sesso maschile, nati entro il 31 dicembre 1985, è necessario avere una posizione regolare per gli obblighi di leva militare.

    Concorso autisti Ministero Giustizia: come si svolge la selezione

    Entro il 15 febbraio, il Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi inoltra alle competenti amministrazioni regionali la richiesta di avviamento a selezione.

    La richiesta formale, che conterrà anche le istruzioni operative che le amministrazioni dovranno mettere in pratica, coinvolge i Centri per l’impiego che, entro 45 giorni, potranno attivarsi per selezionare il personale. Per essere certi di riuscire a selezionare un numero di lavoratori sufficiente per coprire tutti i bisogni di personale, i Centri per impiego avranno il compito di formare delle graduatorie per un numero di lavoratori pari al doppio dei posti da ricoprire. In questo modo si cerca di assicurare un numero più alto di persone che potrebbero — potenzialmente — essere considerate idonee.  I Centri per l’impiego, una volta ricevuta la richiesta formale, pubblicano l’Avviso pubblico di selezione che permetterà di candidarsi al posto di lavoro.

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    Concorso autisti 2020: bisogna presentare una domanda?

    La risposta è sì. Il Centro per l’impiego, dopo aver ricevuto la richiesta formale dal Ministero, pubblica l’avviso di selezione per
    fare in modo che i partecipanti conoscano i criteri con cui saranno formulate le graduatorie e le modalità di presentazione delle candidature.
    La candidatura può essere presentata compilando un modulo fornito dal Centro per l’impiego o reperibile online sul sito del Centro stesso e generalmente allegato all’avviso pubblico di selezione.
    Per l’invio delle domande di adesione alla selezione è previsto un preciso termine di tempo da rispettare in genere fissato in 30 giorni.
    Tra i dati richiesti dai Centri per l’impiego rientra anche il valore ISEE che può essere certificato da CAF o patronati.

    Le prove

    La selezione consiste in un colloquio e in una prova pratica di idoneità. La selezione accerta esclusivamente l’idoneità del lavoratore a svolgere le mansioni proprie del profilo professionale di conducente di automezzi e non comporta valutazione comparativa.

    La prova pratica di idoneità ha ad oggetto l’accertamento della conoscenza delle norme sulla circolazione stradale e la verifica del possesso di capacita’ di guida adeguata rispetto alla natura del servizio e alle caratteristiche degli autoveicoli in dotazione al Ministero.

    Come vengono formate le graduatorie?

    La possibilità di essere inseriti in graduatoria è tanto più alta quanto minore sarà il punteggio totale conseguito dal candidato.
    Più il punteggio sarà basso, ossia peggiore è la situazione economica e lavorativa e maggiori sono i carichi familiari, più è probabile che il proprio nominativo sarà inserito in graduatoria.

    La graduatoria tiene conto:

    • del carico familiare: ossia quello rilevato dallo stato di famiglia e determinato secondo le modalità previste per la corresponsione dell’assegno per il nucleo familiare. Le persone a carico da considerare e che danno diritto ad una sottrazione di punti sono:
      1) coniuge convivente e disoccupato iscritto in prima classe,
      2) figlio minorenne convivente e a carico,
      3) figlio maggiorenne fino al compimento del ventiseiesimo anno di età se studente e disoccupato iscritto in prima classe, oltre che convivente e a carico, ovvero senza limiti di età se invalido permanentemente inabile al lavoro,
      4) fratello o sorella minorenne convivente e a carico;
    • della situazione economica e patrimoniale del lavoratore intesa come la condizione reddituale derivante anche dal patrimonio immobiliare e mobiliare dell’iscritto, con esclusione del suo nucleo familiare.

    Per esempio, se Marco percepisce un reddito di 4.560,00 euro all’anno, e Francesca ne percepisce 7.688,00, la selezione avrà un esito favorevole per Marco, dal momento che si preferirà chi ha anche una situazione economica più svantaggiata;

    • dell’anzianità di iscrizione: viene calcolata con riferimento alla data di iscrizione o re-iscrizione negli elenchi del collocamento obbligatorio e riguarda il periodo di tempo a partire dal quale la persona si è iscritta al Centro per l’impiego. Da più tempo si è
      iscritti in questi elenchi più si scalerà nella graduatoria formata dai Centri per l’impiego;
    • del grado di invalidità: a seconda della percentuale di invalidità riconosciuta dall’INPS (che può andare
      fino al 100%) si scalerà nella graduatoria formata dai Centri per l’impiego.

    Ciò significa che per ciascuna delle voci esaminate nella precedente lista, viene attributo un punteggio diverso a
    seconda della gravità dello stato di disagio del candidato. Le singole Regioni potrebbero anche prevedere altri criteri
    come, ad esempio, l’età anagrafica.

    Chi ha maggiori probabilità di essere scelto?

    Con i punteggi attribuiti ai singoli candidati si formano le graduatorie che dovranno poi essere inviate al Ministero della giustizia per le convocazioni dei candidati che dovranno sostenere le prove pratiche e il colloquio, ossia le fasi successive della selezione.
    A differenza di quanto accade nei concorsi pubblici tradizionali, in cui a essere favorito è il candidato con il punteggio maggiore, in questo caso, come abbiamo già detto, si va al ribasso e verrà preferito il candidato con il punteggio minore.

    Ciò perché i Centri per l’impiego mirano a riqualificare le persone, cercando di re-immetterle nel mondo del lavoro dopo un licenziamento, un lungo periodo di disoccupazione o un evento di particolare gravità (come la presenza di una malattia).
    La legge, infatti, stabilisce che il lavoratore con punteggio minore precede in graduatoria il lavoratore con punteggio
    maggiore. In caso di parità i lavoratori sono collocati in graduatoria secondo la maggiore anzianità di iscrizione e, in caso di ulteriore parità, in ordine decrescente di data di nascita.

    Il candidato quindi con il punteggio più basso sarà favorito rispetto al candidato con il punteggio più alto. Più sarà svantaggiata la condizione complessiva dell’iscritto alle liste di collocamento e di mobilità, più ci sono possibilità di essere chiamati per le prove e, quindi, per l’assunzione

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