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    Home » Simone Concorsi » Deficit di impiegati pubblici: Comuni costretti a bandire concorsi
    Concorsi Pubblici

    Deficit di impiegati pubblici: Comuni costretti a bandire concorsi

    Luigi Leanza11 Ottobre 2023Updated:17 Luglio 20244 Mins Read

    Deficit di impiegati pubblici: Comuni italiani costretti a bandire concorsi. Nelle amministrazioni locali italiane, il vento sta finalmente cambiando in termini di nuove assunzioni. Una recente edizione del dossier Ifel su “Personale e Formazione” rivela che gli anni di magra nei Comuni sembrano essere una cosa del passato, con un considerevole aumento delle assunzioni. A fare da contraltare a questa notizia però c’è il dimagrimento degli organici che continua ad un ritmo altissimo senza avere un ricambio adeguato. Questo articolo esplorerà l’apparente contraddizione tra un aumento delle assunzioni e una riduzione del personale, analizzando i dati presentati nel rapporto dell’Istituto per la Finanza Locale. Vedremo come l’eredità di politiche passate e le nuove sfide minaccino la capacità delle amministrazioni locali di soddisfare la crescente domanda di servizi pubblici. Inoltre, considereremo l’impatto delle dimissioni volontarie sul settore pubblico e le misure che potrebbero essere necessarie per affrontare questa sfida persistente.

    Aumentano gli investimenti nella formazione

    Contenuto
    1 Aumentano gli investimenti nella formazione
    2 Il rafforzamento amministrativo
    3 La situazione degli ultimi anni
    4 Deficit di impiegati pubblici: il bilancio
    5 Il problema delle pensioni e delle dimissioni

    Il presidente dell’Istituto per la finanza locale, il sindaco di Novara Alessandro Canelli, ha presentato il dossier il 9 ottobre a Napoli insieme al ministro per la Pa, Paolo Zangrillo, durante un incontro dedicato al “Fattore umano nel Pnrr” presso Palazzo San Giacomo. In linea con il titolo del dossier, c’è anche una notizia positiva da citare: gli investimenti nella formazione stanno aumentando, segnando un aumento del 30,8% grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), che riporta la spesa sopra i livelli del 2011, quando è iniziata la fase di tagli della spending review che ha compromesso il futuro.

    Il rafforzamento amministrativo

    I cambiamenti strategici per il “rafforzamento amministrativo” avviato per affrontare la sfida del Pnrr sembrano quindi essere efficaci, producendo un cambiamento significativo sia nelle dimensioni delle assunzioni sia nell’aggiornamento delle competenze del personale nella Pubblica Amministrazione (Pa) locale.

    Tutto questo sforzo però potrebbe non bastare a compensare la riduzione del personale causata dall’invecchiamento degli organici e dalla continua perdita di attrattività dei posti di lavoro pubblici rispetto alle opportunità nel settore privato.

    La situazione degli ultimi anni

    Nel 2021, il primo anno in cui sono state applicate le nuove regole del Pnrr, sono state effettuate 30.828 assunzioni, il che rappresenta un aumento del 131,9% rispetto al minimo del 2017. Questo dato supera di 1.079 unità anche il picco eccezionale del 2019 dovuto al cambio delle regole sul turnover e prevede probabilmente una crescita ulteriore legata all’attuazione completa delle norme del Pnrr in materia di personale.

    Le uscite di personale tuttavia superano le entrate. Il saldo rimane negativo, con una diminuzione sia nel 2021, quando il numero dei dipendenti è sceso a 343.269, sia nel 2023, con una stima aggiornata che indica 339.357 dipendenti a giugno (-1,1% rispetto al 2021).

    Deficit di impiegati pubblici: il bilancio

    Nonostante non sia più in atto una caduta libera come negli anni passati, che ha portato a una diminuzione del 29,2% dagli oltre 479.000 dipendenti del 2007 ai livelli attuali, non si registra neanche una crescita sufficiente per soddisfare appieno le esigenze del Pnrr e mantenere il passo con la crescente domanda di servizi locali “ordinari”.

    Il principale problema è l’eredità strutturale del periodo di “turnover al lumicino”, che ha rigidizzato gli organici al punto che il 21,2% dei dipendenti a tempo indeterminato ha più di 60 anni, e oltre il 65% ha più di 50 anni.

    Il problema delle pensioni e delle dimissioni

    La situazione è aggravata dalle dimissioni, che tra il 2015 e il 2021 sono raddoppiate, raggiungendo 14.548 nel periodo più recente (+89% in sei anni). Questa è la variabile più nuova e preoccupante, poiché riflette il deficit di attrattività dei posti di lavoro pubblici, specialmente nei Comuni, dove i salari sono più bassi rispetto al settore privato.

    L’incremento delle pensioni e delle dimissioni richiederebbe un’enorme immissione di risorse per aumentare le assunzioni e rendere più allettanti le prospettive economiche. I bilanci delle amministrazioni locali si stanno già indirizzando verso una sclerotizzazione dell’aumento dei costi del personale dovuta a rinnovi contrattuali e al crescente ricorso a incarichi e contratti a termine per il Pnrr.

    Il problema del deficit di personale nei Comuni resta dunque una sfida persistente, e sarà necessario adottare misure più radicali per riuscire a far fronte alle uscite e mantenere i servizi pubblici a livelli adeguati.

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