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    Home » Simone Concorsi » Pubblica amministrazione, smart working e giovani: le novità
    Concorsi Pubblici

    Pubblica amministrazione, smart working e giovani: le novità

    Redazione Concorsi4 Agosto 2020Updated:1 Luglio 20245 Mins Read

    Pubblica amministrazione, smart working e giovani: le novità. La ripresa economica del nostro Paese nell’era post-COVID punta sulla Pubblica Amministrazione: sono indispensabili un restyling organizzativo degli uffici e l’implementazione di innovazioni tecnologiche, da realizzare anche con le risorse del Recovery Fund. La Ministra annuncia, in una recente intervista al quotidiano “Il Messaggero”,  le novità che porteranno molti giovani a scegliere la P.A. come lavoro, e, soprattutto, come prima scelta. Quali le novità in tema di smart working nella Pubblica Amministrazione?

    Smartworking e P.A.

    Contenuto
    1 Smartworking e P.A.
    2 Smart working Pubblica amministrazione: POLA e Osservatorio
    3 Smart working e coworking come scelte di risparmio e di tutela per l’ambiente
    4 Nuove modalità di accesso al pubblico impiego: le soft skills

    Il nuovo assetto degli uffici pubblici è reso possibile, oggi,  grazie alle norme contenute nella legge di conversione del decreto rilancio (L. 17 luglio 2020, n. 77, di conversione del D.L. 34/2020) e nel decreto semplificazioni (D.L. 16 luglio 2020, n. 76, ) che prevedono strumenti atti a portare avanti lo smart working e, allo stesso tempo, ad attuare un controllo sul lavoro da remoto, innovazioni, queste, che realizzano quell’obiettivo dell’efficientamento delle prestazioni lavorative e, al contempo, di ottimizzazione dei servizi al cittadino, che è al centro dell’azione di Governo.

    Nello specifico, la Legge 77/2020 ha previsto che i dipendenti della Pubblica Amministrazione che svolgono mansioni compatibili con il lavoro da remoto potranno restare in smart working fino al 31 dicembre 2020.

    A tal fine, recita il decreto, “le Pubbliche Amministrazioni (…) organizzano il lavoro dei propri dipendenti e l’erogazione dei servizi attraverso la flessibilità dell’orario di lavoro rivedendone l’articolazione giornaliera e settimanale, introducendo modalità di interlocuzione programmata, anche attraverso soluzioni digitali e non in presenza con l’utenza, applicando il lavoro agile (…) al 50 per cento del personale impiegato nella attività che possono essere svolte in tale modalità” (art. 263, D.L. 34/2020 Disposizioni in materia di flessibilità del lavoro pubblico e di lavoro agile, come conv. con L. 77/2020).

    Smart working Pubblica amministrazione: POLA e Osservatorio

    L’emendamento approvato in sede di conversione del decreto coinvolge attualmente il 50 per cento dei dipendenti pubblici. Dal 2021 ed entro la fine di ogni anno, ciascuna amministrazione sarà tenuta a elaborare i POLA, (Piani Organizzativi per il Lavoro Agile), per estendere fino al 60 per cento la platea di lavoratori che potranno usufruire dello smart working. Infine, è istituito presso la Presidenza del Consiglio l’Osservatorio nazionale del lavoro agile nelle amministrazioni pubbliche col compito di monitorare e promuovere l’efficienza del funzionamento del lavoro agile (art. 263, co. 3bis e 4bis).

    Il decreto semplificazioni ( D.L. 76/2020) ha previsto che “al fine di agevolare la diffusione del lavoro agile quale modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato, le pubbliche amministrazioni acquistano beni e progettano e sviluppano sistemi informativi e i servizi informatici con modalità idonee a consentire ai lavoratori di accedere da remoto ad applicativi, dati e informazioni necessari allo svolgimento della prestazione lavorativa” (art. 31 D.L. 76/2020, Semplificazione dei sistemi informativi delle pubbliche amministrazioni e dell’attività di coordinamento nell’attuazione della strategia digitale e in materia di perimetro di sicurezza nazionale cibernetica).

    Smart working e coworking come scelte di risparmio e di tutela per l’ambiente

    In merito allo smart working, più volte la Ministra ha precisato che è importante non solo e non tanto il tempo che i pubblici dipendenti e funzionari trascorrono dietro la scrivania, quanto soprattutto la qualità del lavoro prestato e il raggiungimento dell’obiettivo.

    L’affermazione dello strumento dello smart working come modalità ordinaria del lavoro e non solo come risposta al lockdown degli scorsi mesi richiede un cambiamento culturale, e la consapevolezza in ognuno che il lavoro è mezzo di sostentamento, di crescita, di apprendimento, di benessere sociale; per tale via ci si dovrà sentire motivati a raggiungere prestazioni ottimali e risultati.

    Va sottolineato che il lavoro agile può garantire comfort dal momento che la prestazione lavorativa è svolta, oltre che da casa, da qualunque luogo si trovi il dipendente. In ciò si evidenzia, anche, un risparmio in termini di tempo per raggiungere gli uffici e di mezzi di trasporto.

    Lo smartworking, ma anche il coworking, nei casi in cui possono essere modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa, impongono un nuovo assetto degli uffici e possono comportare un abbattimento delle spese per l’affitto dei locali. Tali innovazioni devono, tuttavia, andare di pari passo con l’innovazione tecnologica e l’utilizzo di strumenti, annunciati dalle normative delle quali si è detto, che consentano il monitoraggio del lavoro non in presenza.

    Nuove modalità di accesso al pubblico impiego: le soft skills

    La “rivoluzione copernicana” del pubblico impiego riguarda anche le modalità di accesso: nei concorsi verranno richieste le soft skills, le competenze trasversali fra le quali sono annoverate la capacità di lavorare in gruppo e per obiettivi, elemento già da tempo  imprescindibile delle selezioni nelle aziende.

    Le innovazioni introdotte nel comparto pubblico faranno sì che i giovani si rispecchino in una realtà lavorativa consona alle loro aspettative e che non siano costretti, come spesso avviene per la popolazione del Sud del nostro Paese, a spostarsi migrando verso territori più competitivi dal punto di vista lavorativo; la Pubblica Amministrazione può essere, come afferma la Ministra, la prima scelta dei giovani.

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